NUOVI MONDI - Caratteri del cinema pugliese - Villa Rosa, Verticalman, Il pirata
In questa sede intendiamo il cinema pugliese come "fatto in Puglia da autori pugliesi e una troupe in prevalenza pugliese". La Puglia, è cosa nota, sta diventando una location prediletta per il cinema nazionale e internazionale (scoperta colpevolmente in ritardo). Non si contano le produzioni, anche blockbuster, che hanno fatto tappa qui da noi, partendo dal Gargano per arrivare al Salento. Resta comunque l'impressione che la vera Puglia possa essere raccontata in modo più efficace soltanto da autori pugliesi dotati di una certa sensibilità. La "triade" di film discussi in questo articolo conferma, a nostro avviso, questa impressione di base.
Il pirata |
Quando il cinema non si limita a costruire macchiette o quadri oleografici, talvolta bucolici, il risultato diventa sempre interessante. Villa Rosa di Alessandro Tricarico, Vericalman di Roberto Moretto e Il pirata di Cristiano Ciliberti raccontano molto del nostro territorio partendo da presupposti cinematografici differenti ma giungendo a un comune e convincente risultato.
Villa Rosa è in sostanza un poema visivo della durata di 10 minuti circa e che ha come oggetto una Villa in rovina; traduce in immagini, letteralmente, il detto, "se queste pareti potessero parlare"... sono infatti le stanze in disarmo di una Villa che fa parte della storia e dell'immaginario della città di Manfredonia a raccontarci una storia d'amore personale inserita in un contesto storico più ampio.
Il pirata, invece, assume un punto di partenza letterario per esprimere, con una struttura specificatamente cinematografica, un concetto che non è troppo lontano da quello di Villa Rosa; in questo caso sono i vicoli immersi nelle luci basse della sera, le case, le campagne circostanti a restituire il sapore di un certo modo di vivere; i personaggi pittoreschi, classici e moderni allo stesso tempo, raccontano brandelli di storie in un contesto che è difficile staccare da un mood pugliese, allo stesso tempo astratto e riconoscibile. La poesia di Villa Rosa lascia qui spazio a un'ironia un po' amara e malinconica ma altrettanto incisiva ed evocativa.
Verticalman allarga ancora di più lo sguardo e si concentra su una città capoluogo di provincia; siamo passati da una Villa a un piccolo paese per arrivare alle strade di una città, bistrattata spesso e a sproposito da chiunque abbia fiato in gola e poco o nulla da dire. Verticalman è sicuramente il film più "arrabbiato". Dietro una patina satirica e citazionista, con l'adozione di un registro leggero e di intrattenimento, ci restituisce un grido di accusa e allo stesso tempo un atto di amore per la propria terra.
Verticalman e Il pirata sono anche accomunati dalla presenza di una processione religiosa; una caratteristica che non fa parte semplicemente dello stereotipo e del folclore pugliese e più in generale meridionale, ma è elemento vivo del modo di vivere del territorio (in verticalman diventa addirittura teatro di violenza creando un interessante cortocircuito).
Tutti e tre i film sono accomunati da una dinamica propositiva; la necessità di resistere (alle rovine del tempo, della società e all'usura che provoca il tempo che passa sulle cose umane). Al valore intrinseco che possiedono oggi queste tre opere come oggetto d'intrattenimento e d'arte contemporaneamente, si aggiunge un valore documentale che è destinato a crescere con il passare del tempo.
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