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Visualizzazione dei post da febbraio, 2022

I vincitori di Febbraio 2022 e le parole della critica sulla selezione ufficiale

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Venerdì 4 marzo, con la proiezione di alcuni dei lavori in gara, si concluderà la terza edizione del Sipontum Arthouse International Film Festival ; una terza edizione ricca di lavori di pregio provenienti da tutto il mondo. La giuria " ringrazia anche gli autori dei lavori che non sono stati selezionati e augura a loro tutto il meglio per il prosieguo ". Ecco la lista dei lavori che sono risultati vincitori. Raccogliamo di seguito le impressioni dei critici sui 16 film in conocorso. The Last Step Of An Acrobat di Cesare Bedognè Il regista rivela gusto estetico, sensibilità e capacità creative davvero notevoli e fuori dal comune. Alcune immagini sono da brivido! Un'immersione completa e sensoriale..(Manuela Boccanera) Come un sogno, come una poesia. Come un mito. Di queste tre cose "L'ultimo passo di un'acrobata" ha tanto e chi volesse divertirsi a scoprire quanti rimandi contiene questo mediometraggio greco/italiano non ha che di rivederlo. E

Whoever Was Using This Bed - Andrew Kotatko

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Ispirato a un racconto di Raymond Carver , il film di Andrew Kotatko , che abbiamo avuto il piacere di avere nella recente edizione del SAIFF , si distingue per le sue atmosfere intime che ci riportano alla memoria il cinema di Bergman (da Scene da un matrimonio a Sorrisi di una notte d'estate , passando per Donne in attesa ). Con il maestro Bergman, Kotatko condivide anche un'attenzione particolare agli interpreti e una gestione impeccabile dei tempi e spazi della rappresentazione. Questo dramma da camera ha i numeri per poter diventare un piccolo classico negli anni a venire, anche a distanza di tempo dalla sua realizzazione. Ne abbiamo parlato con il suo autore. 1. Per dinamiche registiche e interpretative "Whoever Was Using This Bed" ci ha ricordato in più di un passaggio una parte della cinematografia bergmaniana particolarmente legata allo scavo dei personaggi e al rapporto/crisi di coppia. Quanta verità c'è in questa nostra idea?  È curioso che tu abbia m

The Dead of Summer - Xan Blacker e Owen Gundry

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  L'opera del duo londinese si muove su sentieri misteriosi che conducono dritto nella parte più profonda dello spettatore (che sia un giudice del festival, un critico o uno spettatore comune la reazione è sempre la stessa). Una storia intensa messa in scena con una regia piuttosto "morbida" e un intreccio che prosegue per ellissi e flashback all'interno di un mondo che sta sempre in bilico tra fisico e metafisico. Il tutto impreziosito dalle interpretazioni di Dower e Cawdron , credibilissimi nella parte dei due fratelli che si sono persi di vista da un po' e si ritrovano per il funerale dei genitori (della madre). Un incidente stradale li costringe a proseguire a piedi verso la casa dell'infanzia; un viaggio reale e simbolico allo stesso tempo... nel mezzo c'è tutta una vita di ricordi e di mancanze... Abbiamo avuto modo di parlarne con Owen ; Xan è appena diventato padre ed era molto impegnato, ne approfittiamo per fargli i nostri più cari auguri. 1.

Cold -Claire Coaché & Lisle Turner

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  La storia prende spunto dalla perdita di un bambino, trauma che ha colpito realmente la coppia di autori Coaché&Turner (che sono una coppia anche nella vita). Realizzato secondo i dettami che tanto piacciono al SAIFF ( budget ristretto, cura, attenzione e professionalità al servizio di un film che va al di là del desiderio di fare cassa al botteghino), incuriosisce già dalle prime inquadrature; per cominciare la scelta del rapporto di proporzioni, quel 4:3 che dona maggiore equilibrio compositivo all'inquadratura, una scelta tanto azzeccata quanto poco ispirata dalla moda corrente che a più riprese ne propone il recupero. Una scelta che si rivela funzionale all'aspetto pittorico del film stesso; caratterizzato da immagini che sono dei veri e propri dipinti dal sapore Caravaggesco (ma non solo, in alcuni passaggi sembra di vedere dei quadri di Rubens in movimento), il lavoro si distingue per una regia solida che schiva le difficoltà insite nel'adattare una pièpce t