I vincitori della sessione "Autunno 2024" e le parole della critica sulla selezione ufficiale

Una proposta ricca e variegata contraddistingue l'edizione autunnale del Sipontum Arthouse International Film Festival; una edizione ricca di spunti di riflessione sul presente, ma anche ricca di dettagli intimi e indagini introspettive.

"Confermiamo il trend positivo riscontrato nelle recenti edizioni; il cinema arthouse di tutto il mondo gode di ottima salute. E' compito dei festival come il nostro tentare di allargare le platea di queste opere. Abbiamo scelto di spendere le nostre energie e risorse nella ricerca di luoghi (fisici o virtuali) dopo poter rendere disponibile a una platea più ampia i lavori selezionati; ci sono importanti novità in arrivo, ci stiamo lavorando da oltre un anno", annuncia il direttore artistico del festival, Adriano Santoro.

Il festival è in fase di ristrutturazione da diversi mesi, e mentre attendiamo di conoscere le novità apportate, godiamoci questa ricca edizione.

Ed ora ecco a voi la lista dei vincitori.



Di seguito raccogliamo le impressioni della critica sulla selezione ufficiale.

Fiaba e Mistero di Luca Delfini


Costruito come una sinfonia (di voci e volti dissonanti) In sette movimenti e con la complicità esoterica e vertiginosa delle parole di Vittoria Guerrini ( Cristina Campo), questo mediometraggio ci porta nelle spire del mistero della umana esistenza. Ci presenta quattro ritratti di persone in un modo o nell'altro ai margini della società. le Parole che reggono il tutto sono Parole assolute o in cerca di assoluto. Cristina Campo anche lei era a suo modo una marginale, vedeva nella fiaba e nella poesia il momento aurorale e perciò stesso misterioso della consapevolezza umana... (Antonio Del Nobile)

 

Lèvres de l'antiquité, bouche de l'appel de la compagnie de téléphone di Jacob Alexander Sitowski

Questo film ci catapulta in una corsa frenetica e ipnotica attraverso il Michigan, dove la narrazione si allontana dai canoni tradizionali e assume una forma "altra". L'assenza di suoni da un lato amplifica l'effetto visivo, curato e intrigante, dall'altro lascia un senso di vuoto. La grafica dai tratti vibranti e il movimento incessante creano un’esperienza visiva potente, quasi un effetto ottico, che ti cattura e ti spinge ad andare sempre oltre, verso l’ignoto.(Antonio Universi)

il risultato é una specie di effetto ottico graficamente ben curato e piacevole da guardare (Giuseppe De Salvia)

L'Essere, diceva Eraclito, è il Divenire visto da lontano. Qui possiamo rovesciare il concetto dicendo che il Divenire è l'Essere visto da vicino. Insomma questo lavoro è tutte e due le cose. Ciò che è vicino si allontana e ciò che è lontano si avvicina... (Antonio Del Nobile)

Vieni condotto in una corsa senza fiato dove hai sempre più voglia di addentrarti dentro ciò che c’è oltre! La velocità non permette di entrare in un racconto canonico ma poco importa perché la narrazione in questo film è “altra”! (Anna Troiano)

From the cradle to the grave di Davoud Abdolmaleki


Documentario coraggioso, sia per il regista sia per le intervistate. Uno spaccato sull'universo femminile iraniano che fa riflettere, anche alla luce degli ultimi episodi di cronaca. Il regista raccoglie la voce di una generazione e anche uno zeitgest che prima o poi diventerà esplicito. L'Iran del ceto medio ha sempre avuto una indole religiosamente conformista ma non cooptante. La dimostrazione sono le sensibilità e i desideri delle donne, non lontane da quanto raccontavano ai vari Zavoli le donne italiane negli anni 50-70. (Luigi Starace)

I volti e gli occhi “parlano” molto più delle parole.
Questo accade in questo bel documentario che da voce a ragazze iraniane, ai loro pensieri, alle loro domande e anche e soprattutto risposte con vari punti di vista e sfumature.
Un film che apre a punti di riflessione importanti per uomini e donne !(Anna Troiano)

The Banished One di Moso Sematlane

Elegia Lesothiana costruita quasi interamente fuoricampo; Maseru è una presenza ingombrante, di cui ci si vuole disfare e allo stesso tempo un luogo che conserva anime in movimento e che le appartengono. Questo movimento scomposto si realizza in una serie di "conversazioni al tramonto" (Vincenzo Totaro)

Un film dove le immagini, la fotografia, la musica raccontano in modo intimo e profondo sapendo emozionare chi lo guarda.
La scelta del bianco e nero trasporta in un "tempo non tempo" dove ciò che accade diventa sospeso! (Manuela Boccanera)

Un'anima racconta, quasi si confessa , con la voce sussurrata alle nostre orecchie di scelte e decisioni esistenziali. Ci racconta attraverso un bellissimo bianco e nero di quanto la modernità ci allontana da un nostro (presunto ) nucleo umano originario. E ce lo racconta immergendo lo spettatore in una giovane città africana fatta di luce. (Antonio Del Nobile)

In questo film le immagini parlano e i dialoghi sono da guardare. Le sirene della polizia fanno da sfondo sonoro, quasi costante, a una ricerca che sembra una fuga, o meglio a una fuga che diventa ricerca. Di un luogo, di un posto, nel mondo e nel tempo. Finale poetico. (Carmine Totaro)

Il non bimbo di Valentina Pacifici


Il film ti conduce in una sorta di festa di “buon non compleanno” del Cappellaio matto di Alice.
Lui era davvero matto? O lo erano gli altri?
Questo film è a tratti documentario , racconto di laboratori ben costruiti, poichè le persone con disabilità si raccontano con i propri linguaggi dall’enorme potenza poetica , ma non recitano. Portano se stessi con i propri racconti e narrazioni e soprattutto con i linguaggi, potenti .
Linguaggi che con una maschera teatrale, indossata da alcuni, diventano istantaneamente ancora più forti. L’uso della maschera annienta la disabilità e il limite linguistico e fisico esaltandoli teatralmente e creando il personaggio!
Bello il loro camminare iniziale, il loro “procedere verso” ciò che capiremo dopo, essere i loro desideri. (Anna Troiano) 

La scena della tavola imbandita mi ha ricordato tanto "Lassamme fa' a Dio" di Salvatore di Giacomo. Infatti questi otto "Semprebimbi" te li porti nel cuore fin da subito e tuo malgrado, e mica stanno fermi e zitti, no, si mettono a parlare e a giocare col Semprebimbo che è in te. (Antonio Del Nobile) 

Un lavoro pieno di grazia che si distungue per la sua innata poesia (sincera e non  costruita). La natura viene osservata e costruita nelle sue "dinamiche naturali" e umane e un senso di "rituale sospeso" dona un tocco di impenetrabilità all'esistente. Ottime alcune soluzioni di montaggio. Belli e poetici gli otto protagonisti. (Vincenzo Totaro)

La scena della tavola imbandita evoca un’atmosfera sospesa e magica, quasi come un rituale, con un ritmo di montaggio delicato e mai artificioso. La regista mostra un'attenzione sincera alla natura, lasciando che essa stessa racconti il proprio ciclo di vita, umano e naturale. (Antonio Universi)

Pond di Steffen Cieplik 


Un film che ti trasporta nell’animo della protagonista attraverso immagini intime ma immense e fotografia ricercata e raffinata. Anche i suoni sono immersivi e avvolgenti.
Lo sguardo di ghiaccio e così profondo della protagonista più di ogni altra cosa racconta il suo viaggio interiore, il dolore, il vuoto , la disperazione e, forse, la rinascita ! (Anna Troiano)

La trama si concentra su un profondo viaggio psicologico, esplorando l’evoluzione interiore ed esteriore della protagonista. La fotografia contribuisce all'atmosfera, anche se a tratti può sembrare un po' disordinata si rivela funzionale al racconto, aggiungendo autenticità e intensità alla narrazione. (Antonio Universi)

Audio davvero ben curato, immersivo e molto Fedele alle immagini... (Giuseppe De Salvia)

La La Sagna di Agostino Di Cio

Originale, divertente e ben interpretato. Nella sua semplicità risulta tutto congeniale e ben costruito, dalle musiche, alla regia, alle interpretazioni degli attori. (Manuela Boccanera)

Divertente e originale l'idea di uccidere con una lasagna un fantasma senza volerlo tra i litigi e le rivendicazioni di una coppia in crisi. (Antonio Del Nobile)  

Undertow di Justin Taylor


Un racconto quotidiano ricco di storie tutte diverse, in cui la ragazza protagonista diventa "binario" su cui scorrono le altre narrazioni. La bocca non disegnata della protagonista sottolineano il suo stare ad osservare , essere binario e non treno! Non è quello il suo canale comunicativo a differenza degli altri che la circondano. (Anna Troiano)

Un film d’animazione che esplora i pensieri e le emozioni di una giovane ragazza trasportandoci in un flusso di coscienza visivo. Il film ci fa “fluttuare” in una nube di pensieri, sensazioni e ricordi, che si accumulano in modo volutamente disordinato nella mente della protagonista. Non si propone di raccontare una storia lineare, ma di portarci in uno stato d’animo disegnato, reso ancora più meritevole dall’animazione realizzata a mano. (Antonio Universi) 

Una maniera riuscitissima di rappresentare ciò che può “accadere” nei pensieri di una persona, in un momento qualsiasi della giornata. È un po’ come fluttuare in una nube di pensieri (ragionamenti, sensazioni, emozioni…) e vederli e toccarli da un punto di vista più profondo.
Queste sensazioni vengono descritte attraverso le immagini e a mio parere ancor meglio attraverso il suono, il semplice riff di chitarra viene stravolto più volte attraverso l’uso di filtri, simulando l ascolto sott acqua del brano per esempio. (Giuseppe De Salvia)

Un tratto semplice e morbido, che ricorda le serene illustrazioni del sussidiario, per raccontare le dinamiche interiori e malinconiche di una ragazza che prende il treno per andare a scuola. I pensieri e i ricordi si affastellano in modo anche un po' disordinato nella testa della ragazza.  
Il film non vuole raccontare una storia precisa ma portarci in uno stato d'animo "disegnato" (Vincenzo Totaro)

Cranberry Juice di Ottavia Chiusano 


Un racconto strano, che ha saputo ipnotizzarmi. Il ruolo delle simmetrie e degli specchi … che chiudono e aprono sia nell’immagine che nelle emozioni.(Anna Troiano)

Un corto surrealista con diverse sfumature di Lynch e dei Coen a tratti bene rese.
Il film riflette sul concetto di male gaze, la prospettiva maschile, che riduce le donne a oggetti sessuali passivi, nel cinema come nella vita, ma secondo me è un film sulla solitudine, l'incomunicabilità e l'alienazione delle persone in cui noi occidentali siamo immersi. (A
ntonio Universi)

Vas Mar Nima Tabandeh

 

Folgorante. Altro esempio di vero cinema indipendente, e ancora una volta arriva dall'Iran. Opera seria dal tono leggero che indaga la vita e le sue paure; la calcolata ironia beffarda di sottofondo fa da contrappunto a una regia che sceglie la dolcezza umana già da certi tagli inconsueti nell'inquadratura. La fotografia in bianco e nero dona espressività e poesia a una coppia di interpreti speciali. (Vincenzo Totaro)

Bellissimo cortometraggio che riesce a fondere tradizione (mestiere) con sperimentazione (quel tanto che basta), semplicità e profondità. Tutto è bello in questo corto, gli esseri umani e la natura, della quale sono tutt'uno, gli alberi il cielo e i suoni e i rumori, i ritmi e gli sguardi, la delicata e pur intensa storia coniugale, le poche parole, i pensieri che attraversano le menti e i cuori dei protagonisti (Antonio Del Nobile) 

Dal giovane cinema iraniano un'opera sulla speranza e sulla necessità di dare un senso alla quotidianità, anche quando il peso degli anni e dell'esperienza diventa un fardello insostenibile. Il tutto osservato da una certa distanza, sbirciato dalle finestre, per non nterferire con la vicenda, come alcune belle inquadrature suggeriscono. (Carmine Totaro)

Bello! L’ho vissuto come una favola!
Fotografia meravigliosa con riprese che “spiano” e si incuneano tra oggetti, stipiti, spiragli… e raccontano attraverso il Fare del protagonista. Le contrapposizioni:il fare e il non fare, il parlare e il non parlare , l’ascolto dell’altro e in non ascolto , la speranza e la disperazione… poi … qualcosa cambia. Attraverso la perdita il non finito ha bisogno di essere portato a termine e alimenta la speranza !  (Anna Troiano)

My shadow di Astra Silver Burke

 

Un'autoanalisi in lo-fi quality che ha qualcosa della fiaba e qualcosa dell'incubo. L'ombra interiore si sveglia solo a contatto con un burattino che chiede da accendere. La scelta della bassa definizione (audio video) con immagini sgranate, sovraesposte, sottoesposte, con regolazioni automatiche e cambi di fotografia repentini risultano quantomai giustificati dal titolo del film e dalle intenzioni della storia. Interessante. (Vincenzo Totaro)

Born to fly di Lee Byoungdon


Un film che con i simbolismi riesci a raccontare come una sorta di favola una storia claustrofobia, opprimente!
Una fotografia molto ricercata e mai lasciata al caso che accompagna la performance attoriale che non esagera mai e resta “pulita” e incisiva in ogni scena! (Anna Troiano)

Film molto bello e carico di simbolismo, in grado di portare avanti un chiaro ed efficace messaggio di accusa e di denuncia contro una società ed un sistema "educativo" di indottrinamento, di abbruttimento e di alienazione dove conformismo, mancanza di libertà e di espressione la fanno da padrone in contrasto con la stessa natura umana che , parafrasando il titolo del corto, non è fatta per essere repressa e chiusa in una realtà circoscritta e claustrofobica ma è nata per volare. (Manuela Boccanera)

Una potente sensazione di claustrofobia, grazie alla fotografia che enfatizza lo spazio oppressivo in cui i protagonisti si muovono, portando avanti una denuncia chiara e amara. L'atmosfera è triste e malinconica, richiamando il senso di ribellione e alienazione rafforzando il messaggio di un mondo che incasella e soffoca, anziché educare e liberare. (ANtonio Universi)

While some must sleep di Craig Urquhart 

Interessante analisi e spunto di riflessione su una relazione tra un uomo e un IA.
Un rapporto di amicizia che dunque implica un coinvolgimento emotivo importante!  (Anna Troiano)

Il tema del ricordo si unisce a quello dell'amicizia e dell'amore per sfociare infine in un tutto scorre di concezione orientale; chiari i riferimenti cinematografici (da "lei" ad Atto di forza passando per se mi lasci ti cancello e addirittura 2001 odissea nello spazio dove al posto di HAL 9000 abbiamo Tom. Film che sfrutta con intelligenza l'economia di mezzi e tiene su il ritmo con una regia che sta sul pezzo e un montaggio dai ritmi serrati e vivi. (Vincenzo Totaro)

Naguala di Claudia Minerva Medina


Un film su tre livelli per suggerire che non siamo solo materia e non siamo solo mente e solo anima ma tutte queste cose e forse, anzi sicuramente ; molto di più. E che soprattutto siamo tutt'uno con l'universo mondo.. Suggestivo ed evocativo. La "tripartizione unificata" (dal punto di vista sonoro, musicale e frequenziale) tentata dalla autrice per veicolare questi concetti e queste intuizioni funziona. (Antonio Del Nobile)

Ghorba di Francesco Conte 


 

Storie, racconti, immagini, volti, parole, occhi … che ti entrano dentro e hanno la capacità di mettere semini che diventano domande, paure, disagio, ricerca. E vorresti essere capace di muoverti verso quella realtà che pensi non ti appartenga eppure è cosi vicino alla nostra quotidianità.(Anna Troiano)

Un cortometraggio che riesce a esplorare il concetto di estraneità e spaesamento che provano coloro che vivono lontani dalla propria terra e che il termine "ghorba," incarna.
Il film ci accompagna in un viaggio che va oltre il tema dell’immigrazione, fino a toccare la questione fondamentale dell'identità, un lavoro che sfida e ispira, capace di viaggiare nel cuore degli spettatori con una libertà che i suoi protagonisti spesso non hanno. (Antonio Del Nobile) 

Un pugno nello stomaco. Può la società e i suoi (a volte) implacabili e ottusi meccanismi diseredare l'uomo della sua umanità e da sé stesso? Le persone che testimoniano in questo documento esprimono la riconoscibile cifra della sofferenza e della solitudine. Il lavoro ha il pregio di rendere leggibile fin dalle prime immagini il dolore della condizione umana dei marginali e dei diseredati in quanto tale il lavoro parla una lingua universale. (Antonio Universi)

The losing game di Nicola Sozio 


La confezione è deluxe, ci sono i vari mestieri del cinema [...] l'arte del fare cinema che è ben consolidata nell'autore. (Luigi Starace)

Ho trovato interessante i suoni che accompagnano il gesto, il pensiero e l’azione sottolineandone il tratto emotivo.  (Anna Troiano)

I Live alone in my heaven di Astrid Bscher


Sicuramente ben confezionato nel percorrere i momenti chiave della vita professionale di un musicista lirico nei due anni successivi alla Pandemia attraverso le sue interpretazioni di uomini solitari nei teatri d'Opera di tutto il mondo. (Manuela Boccanera)

Un ritratto ben fatto di un uomo, un artista, del suo mondo… del suo camminare nella musica, con la musica! (Anna Troiano)

Takab di Samira Navidi


"Takab" è un lungometraggio iraniano scritto e diretto da Samira Navidi. La protagonista Mitra deve interpretare la dea dell'acqua Anahita in una produzione teatrale, ma si trova di fronte a una serie di ostacoli che complicano la realizzazione del progetto, come avviene molto spesso alle donne del suo Paese che vogliono esprimersi artisticamente. Takab è anche il nome della località dove si svolge la vicenda e appare in splendide immagini evocative. (Carmine Totaro)

Una fotografia molto intensa e interessante che ha saputo raccontare con aperture immense o al contrario con ambienti contenuti, il “viaggio” interiore della protagonista all’ ricerca della propria libertà artistica e umana.  (Anna Troiano)

Nos petits souvenirs de Provence di Serena Giordano

 

Opera originale che mescola  efficacemente home movie e cinema delle origini ( con le panoramiche sui luoghi appena visitati e con l'accompagnamento al piano). La simulazione della bassa definizione (se simulazione è e se il film non è stato girato davvero con una vecchia handycam a definizione standard) è pressoché perfetta. La poesia si mescola ai frammenti scomposti di un diario intimo che lasciano presagire un fuoricampo. (Vincenzo Totaro)

Il cinema come documento e memoria. Rievocazione di un pezzo di vita. Come le foto. Come sfogliare un album fotografico. E' un legittimo utilizzo del mezzo cinematografico. Antonio Del Nobile)

Mastering Turbulence di Daniela Vater

Immagini mozzafiato che ti portano “vicino”!
Il concetto di “ricerca” e di non arresa alla forza del mare … anzi di domarlo e conquistarlo sono molto affascinarti e ben resi dalla realizzazione di questo documentario.(Anna Troiano)

Bellissimo documentario, realizzato in maniera impeccabile con immagini stupende e considerazioni interessanti che attribuiscono all'opera un valore più profondo. (Manuela Boccanera)

Daniela Vater è la giovane regista tedesca di questo bel film che parla di un gruppo di surfisti alla ricerca dell'onda perfetta. E proprio dalle onde si parte, dagli studi fisici che cercano di rivelarne i segreti. Si passa poi alla creazione della tavola da surf, ma la parte più interessante e suggestiva è quella che si svolge in mare, dove i surfisti sfidano onde altissime. Confezionato in maniera impeccabile, ricco di immagini bellissime. (Carmine Totaro)

Waterfull di Tatyana Yaneeva


Videoespressionismo, di fatto è un lavoro intenso, autoriale che si pone fra la video poesia e il video racconto... fin quando si sperimenta a vincere è sempre il cinema:-). (Luigi Starace)

Suggestioni oniriche. Suoni e rumori. L'acqua (quasi) sempre presente che alla fine incontra il fuoco. Immagini frammentate, quel che resta di un'esperienza. Sarà pure citazionista, ma l'impatto visivo è notevole. (Carmine Totaro) 

Immagini e suoni tendono  a trasmettere emozioni più che a veicolare informazioni o senso; un certo fascino esoterico pervade l'intero lavoro in cui immagini e suoni tendono a scavare nel sentimento e nel ricordo; fascino che non viene appesantito dal simbolismo(Fuoco, acqua, terra, aria) che pure resta evidente e nemmeno da alcune giovanili imprecisioni; impreziosito con sequenze di derivazione tarkovskjiana, il film affronta con originalità anche alcune questioni avanguardiste di natura tecnica (come ad esempio l'utilizzo del freeze frame che si fa più inistito prima della scomparsa di lei e, con immagini sempre più sporche e fantasmatiche, tende a farsi frammento di ricordo anticipato, di un incontro che è avvenuto ed è passato. Non è semplice per un film emanare questo forte magnetismo; [...] La poetica di un incontro sentimentale e frammenti di ciò che ne resta. (Vincenzo Totaro)

Un film muto in bianco e nero ma moderno.
Un bella fotografia ricercata, non lasciata al caso e una buona interpretazione degli attori che convince. Il fuoco, l acqua, l’aria, la terra … gli elementi che accompagnano la narrazione e la avvolgono. (Anna Troiano)
 

A day of nothing di Andrew Thomas Palermo 


Il mondo rumoroso, caotico e laborioso là fuori in contrapposizione con quanto accade all'interno delle quattro mura di casa del protagonista assorbito completamente dal suo smartphone e dalla voglia di non fare nulla.. Niente sembra smuoverlo e la pigrizia domina incontrastata in questa intera giornata, tanto che anche l'acquisto delle batterie per il condizionatore o chiamare il tecnico per riparare l'accensione automatizzata delle serrande sembra pesare troppo. In maniera molto più efficace , il film da subito vira nella direzione della comicità, della leggerezza quasi a voler raccontare una di quelle giornate nelle quali, come sarà capitato a tutti almeno una volta nella vita, si ha solo voglia di poltrire e di non fare nulla e se non c'è qualcosa o qualcuno a smuoverti con forza, si rimane immobili come una tartaruga ribaltata. (Manuela Boccanera)

E' un piccolo saggio sulla pigrizia più che sul narcisismo, imho. Ci vuole mestiere per raccontare il nulla. (Luigi Starace)

Quando una giornata inizia male è male... ma quando una giornata non inizia affatto è peggio (Oblomov docet); brillante e divertita parabola moderna in cui un uomo si dimentica di vivere e passa le sue ore attaccato allo schermo del suo smartphone. Film ricco di dettagli e di trovate divertenti, mostra persino l'intero iter dell'inetto che tenta di scrollarsi di dosso l'apatia in una sequenza che mette in scena i vari passaggi per rimettersi letteralmente in piedi (e allora via la barba, doccia con tanto di accappatoio in un ambiente fumoso che richiama Rocky) e alcune sequenze deliziosamente comiche come l'aggiunta di un punto interrogativa agli appunti sulla lavagna (come se quel punto interrogativo in più, il terzo, dovrebbe significare qualcosa all'indomani).
Andrew Palermo realizza (produce, scrive, dirige, musica, fotografa e monta... l'unica cosa che non fa è interpretare, funzione che lascia al bravo Coppi, con intelligenza e perizia tecnica quello che possiamo definire quasi un one-man film. (Vincenzo Totaro)

A thorn in the flesh di Luke Richert 


Lavoro che attinge alla tradizione mistica nordeuropea con finale contemporaneo. L'introspezione a cui porta il monologo interiore è proposta in modo criptico per chi non ha un bagaglio culturale di riferimento e quindi diventa una provocazione verso chi è assuefatto alle tempistiche social, dove il viaggio altrove è contingentato ai secondi messi a disposizione dai reels. Il lavoro si mantiene sull'attore, oltre che sulla fotografia di mestiere. (Luigi Starace)

Nel contesto di questo lavoro l'uso sapiente della luce naturale negli esterni nel lavoro di Richert sembra particolarmente significativo. Le macchie di luce che compaiono quando la luce filtra tra gli elementi naturali – come foglie o strutture – aggiungono una qualità visiva complessa, quasi poetica, che riflette le sfumature emotive del viaggio personale del regista. La scelta della sottoesposizione in alcune scene sembra enfatizzare il senso di intimità e drammaticità, spingendo lo spettatore a concentrarsi su ciò che emerge dalle ombre. Sorge spontanea la domanda: si tratta di una scelta per limitazioni di budget e/o praticità, o è un espediente narrativo per trasmettere un maggiore senso di realismo? (Antonio Universi)

Le tribolazioni della fede stretta dai piaceri della carne in un film in costume che mette in scena i segni della presenza di Dio e contemporaneamente della sua assenza. Ottima priva d'attore, eccellente il comparto fotografico e il suono. Opera interessante e piena di spunti di rilessione.(Vincenzo Totaro)

Rikhuli di Jagat Kishor Gairola


La triste storia di una bambina (e poi ragazzina) derisa, "bullizzata" dalle compagne e maltrattata e insultata costantemente dalla matrigna, nonché il rapporto profondo di amicizia / amore con il suo compagno, l'unico, oltre al padre di lei, che sembra averle da sempre prestato attenzioni e amore e che, proprio in virtù di quel sentimento mai dimenticato , una volta tornato nella sua città natale insieme alla sua futura moglie, non potrà che ripercorrere l'intera vicenda e in qualche modo, renderle giustizia, celebrando il suo funerale. . Il tutto all'interno di un contesto di vecchie credenze, di usanze folkloristiche dai mille colori, suoni e odori ma anche di vecchi pregiudizi e riti duri a morire. Ottima la performance recitativa della ragazzina.(Manuela Boccanera)

Un film che attraverso il racconto di una storia d’amore riesce a toccare le emozioni e le loro sfumature in un modo semplice e chiaro in una quotidianità a volte disarmante e lontana dalla nostra. I bellissimi colori del film mi hanno fatto pensare ad una tavolozza variegata, in grado di dipingere quadri animati molto poetici.  (Anna Troiano)

Un film che offre diversi piani di lettura: il dinamismo fra vecchie e nuove usanze, la ricucitura della cesura traumatica, la giustizia fatta per mano dell'innocente. Un film che racconta l'India rurale al tempo stesso lontana e vicina alla realtà rurale italiana del dopoguerra. Il film riesce a rendere la densa antropologia dei luoghi e l'intensità del sacro mantenendo tensione narrativa ed evitando le trappole del documentarismo. Si viene proiettati nel mondo dei protagonisti e si segue la narrazione come se si fosse parte del villaggio. Il lavoro esprime una delle essenze del cinema: raccontare storie che parlano alla mente e al cuore. (Luigi Starace)

Avian Wonders: The Joys of Birdwatching di Danny Ok


Non solo belle immagini di birdwatching in aree rurali della Corea del Sud, ma anche una riflessione sui danni arrecati a questo tipo di fauna dai cambiamenti climatici in corso.(Carmine Totaro)

L'effetto dejà vu dei documentari naturalistici viene mitigato dall'espediente del backstage / work in progress per cui lo spettatore è coinvolto nella sequenzialità delle informazioni e immagini, la simpatia del protagonista gioca anche molto sul mantenimento del ritmo del documentario. Fotografia incantevole e appassionata.(Luigi Starace)

 


 

 

 


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