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Visualizzazione dei post da giugno, 2023

Burying my dream of becoming a bride - Rossella Piccinno

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  Lo abbiamo detto spesso e lo ripetiamo; il cinema d'essai, quando è fatto bene, possiede una sincerità dirompente, sconosciuta nel mondo mainstream. Spesso si tratta di verità e punti di vista del tutto personali. L'urgenza di una comunicazione artistica con il pubblico è un elemento che non è facilmente replicabile dal cinema di cassatta ed è anche il motivo principe che giustifica ed esige al contempo l'esistenza di opere filmiche fuori dagli schemi, di quel tipo di cinema più sperimentale che rientra sotto il macrogenere arthouse.   Rossella Piccinno, regista pugliese d'origine e francese di adozione, è autrice e interprete di Burying my dream of becoming a bride, un delizioso film realizzato praticamente con un'unica inquadratura, in cui lo spettatore assiste a un seppellimento rituale; la protagonista (che è la stessa regista), scappa prima di sposarsi e, recatasi nel deserto, seppellisce metaforicamente il "suo sogno" di diventare sposa attraverso

FOCUS - Per un cinema performativo; No More di Fabricio Estevam Mira e Sensitive Fate di Oren Affias

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  Una delle caratteristiche del cinema indipendente e arthouse di tutto il mondo è quella di intendere il film anche come atto performativo ; sforzo, tensione, dolore e fatica nel movimento. Il cinema è movimento e nell'atto del "muoversi" i protagonisti fanno fatica (metafora delle difficoltà di fare cinema indipendente?)   Molti sono i film "performativi" giunti al Sipontum Arthouse International Film Festival ; oggi concentriamo la nostra attenzione su due pellicole molto lontane, geograficamente e negli assunti di base, ma accomunate da questa componente fisica del fare cinema: No More del del Brasiliano Fabricio Esteva Mira e Sensitive Fate dell'Israeliano Oren Affias . No More - Fabricio Estevam Mira In No More , Fabricio Estevam, al contempo regista e interprete principale, riesce nel quasi impossibile compito di dare corpo a un Gesù dei nostri tempi, in rivolta contro se stesso e il suo destino, quello di salvare il mondo, un mondo che non sente e

Cineterapia antistress, ovvero il desiderio di schiacciare cose - Smush di Stephan Larson

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  Smush è un piccolo cortometraggio di animazione diretto dal regista statunitense Stephan Larson ; decisamente uno dei film più curiosi giunti al Sipontum Arthouse International Film Festival . Un film molto apprezzato dal pubblico in sala, pubblico alla quale non è sfuggita l'ironia che sottende l'operazione.  Ma andiamo con ordine e partiamo dalla breve sinossi con cui il resgista presenta il film: Hai mai desiderato schiacciare cose? E schiacciarle, rischiacciare e rischiacciarle ancora? Se tu, lettore, hai mai avuto di questi desideri, allora Smush è il film per te. Protagonista è una pressa meccanica che schiaccia qualsiasi cosa le venga messa sotto; non fa altro che schiacciare roba per tutta la durata del film (quasi sette minuti).   Il film è realizzato con una serie di inquadrature tutte uguali dove a cambiare è l'oggetto posto sotto la pressa e l'effetto che, l'atto di pressare, provoca sulla materia pressata. La pressa stessa, che all'inizio del fi