Cineterapia antistress, ovvero il desiderio di schiacciare cose - Smush di Stephan Larson

 

Smush è un piccolo cortometraggio di animazione diretto dal regista statunitense Stephan Larson; decisamente uno dei film più curiosi giunti al Sipontum Arthouse International Film Festival. Un film molto apprezzato dal pubblico in sala, pubblico alla quale non è sfuggita l'ironia che sottende l'operazione.


 Ma andiamo con ordine e partiamo dalla breve sinossi con cui il resgista presenta il film: Hai mai desiderato schiacciare cose? E schiacciarle, rischiacciare e rischiacciarle ancora?


Se tu, lettore, hai mai avuto di questi desideri, allora Smush è il film per te. Protagonista è una pressa meccanica che schiaccia qualsiasi cosa le venga messa sotto; non fa altro che schiacciare roba per tutta la durata del film (quasi sette minuti).

 

Il film è realizzato con una serie di inquadrature tutte uguali dove a cambiare è l'oggetto posto sotto la pressa e l'effetto che, l'atto di pressare, provoca sulla materia pressata. La pressa stessa, che all'inizio del film è una macchina e basta, con il passare del tempo sembra acquisire consapevolezza del suo gesto, diviene quasi un essere pensante (grazie ad alcune titubanze, alcune indecisioni che la fanno fermare a mezzo movimento, salvo poi riprendere o tornare indietro).

 

Nota di particolare interesse è la reazione che il film provoca nello spettatore (e in questo caso sia nel pubblico che nella giuria): In linea di massima, a metà film, si comincia a ridere (quasi come fosse la ripetizione stessa a creare il meccanismo della risata). 

 

Altro elemento interessante è la percezione del tempo filmico; in molti, alla fine del film (e questo sia tra il pubblico che tra i giudici), hanno dichiarato che avrebbero assistito volentieri a "un'altro quarto d'ora di roba schiacciata". Il meccanismo che si instaura nella mente dello spettatore è quello di un vero e proprio oggetto antistress (al pari dei giardini zen o di quelle palline riempite di sabbia che si stringono e deformano tra le mani).

L'inquadratura è frontale, con una luce piuttosto piatta e la predominanza di linee orizzontali e verticali in cui è facile, per l'occhio, trovare un centro di gravità permanente (che si identifica con l'oggetto da schiacciare e con la prefigurazione di come esso si romperà o deformerà) rendono la visione piuttosto rilassante. Smush è un piccolo e divertente film di animazione che non necessità di letture metaforiche; un film duttile, adatto praticamente ad ogni tipo di proiezione, anche come piacevole intermezzo, che ha vinto meritatamente il premio come miglior film di animazione nella sessione primaverile del Sipontum Arthouse International Film Festival.

 

Commenti

Post popolari in questo blog

FOCUS - il cinema espanso di Ilaria Pezone

I vincitori della sessione "estate 2023" e le parole della critica sulla selezione ufficiale

I vincitori della sessione "autunno 2023" e le parole della critica sulla selezione ufficiale