I vincitori della sessione "Inverno 2024" e le parole della critica sulla selezione ufficiale

Si comincia il nuovo anno in un clima di novità e nuovi fermenti; mentre lavoriamo sempre più focalizzati sull'obiettivo; tentare di migliorare la rassegna e cercare di offrire agli autori che partecipano al Sipontum Arthouse International Film Festival maggiori canali di diffusione per la loro opera. In questo senso proseguono le trattative con alcune società di distribuzione (nazionale e internazionale). Seguiranno novità, speriamo buone, intanto ricordiamo a chi ci segue che le proiezioni live presso La Traccia Nascosta - Sound Recording Studio riprenderanno a breve.

Intanto ecco a voi la prima lista dei vincitori del 2024.


 

Di seguito raccogliamo le impressioni della critica sulla selezione ufficiale.

haxa-manen (monomorte remix) di Oren Affias

Musica e atmosfera sognante, accompagna lo spettatore che segue nel buio la luce danzare nell' oscurità. Una metafora che ricerca la luce nella propria vita (Maria Grazia Trotta)

Prosegue la ricerca di Oren Affias sul colore e sulla luce, con queste immagini che a fatica si fanno strada nel buio imperante. A parte le letture simboliche, due indizi fanno una prova: Oren Affias ha un certo talento nel tradurre in immagini musiche e canzoni d'atmosfera e particolarmente sognanti. (Vincenzo Totaro)

"Fireworks" by TOTALFAT di Yumi Masuda


Una ripresa live che ricorda un self-made vecchio stile con suoni punk rock. (Maria Grazia Trotta)

Dolorem Ipsum di Luke Guldan

Controverso. Due chiome. Due tagli. Forse due rinascite? (Anna Troiano)

una prima parte molto bella, in tutto e per tutto...(Antonio Del Nobile)

Il significato di questo film è tutto nel titolo... uno spazio bianco in attesa di qualcosa di più importante, ma in realtà è uno spazio di dolore[...] Riempitivo è il suo significato forse più preciso.(Vincenzo Totaro)

Dirty Water di Ali Sabokbar


Una tematica evidentemente cara al regista, la fotografia è molto suggestiva[...] gli attori molto bravi, nello sguardo finale del "mulo umano" c'è tutta la storia di un'umanità sofferente. (Antonio Universi)

Gran bel lavoro.. immagini forti, intense che non possono lasciare indifferenti. Il regista dimostra stoffa e non da meno gli attori (Manuela Boccanera)

Arriva come un macigno, duro, intenso, chiaro, e con vari linguaggi. Le immagini sono molto intense e gli attori sono al servizio della narrazione con i loro corpi ed emozioni.
Un bellissimo quadro in movimento! (Anna Troiano)

Good Wish Good Well di Chadchaya Phanyawatanachai

Kla e Pete sono due aspiranti suicidi che si salvano a vicenda sopra un ponte mentre stavano per buttarsi di sotto; uno dei due ha un segreto che è alla base del suo gesto. Opera acerba e umanistica, ricca di buoni sentimenti sulla quale, però aleggia un destino che ha uno strano senso dell'umorismo. Quanto vale una vita? Anche quando sembra ormai giunta al capolinea, c'è sempre un'altra possibilita. (Vincenzo Totaro)

Corpo muto di Vincenzo Stellone


Ho trovato molto interessanti le riprese della donna con gli occhi del bambolotto. Il suo vedere che lo rende quasi "umano".
Quindi in realtà è lei che si guarda attraverso gli occhi di una bambola... è il suo giudizio interiore... (Anna Troiano)

Una donna scopre di non poter avere figli e non accettando "il verdetto di condanna" che, a livello sociale, forse la vorrebbe una donna incompleta, si rifugia nel sogno e nell' illusione di averne uno , "adottando" una bambola. Per un pò' accarezza l'idea di avere un bimbo tutto suo di cui prendersi cura amorevolmente .Ma "l'idillio" è destinato a durare molto poco. Film intimista e ben fatto in grado di raccontare la solitudine e il tormento interiore di una donna che vive la sua condizione in maniera solitaria. Muto è il corpo del "bambino" non in grado di interagire con sua madre, muto è il corpo del marito che gli comunica di non poter avere figli senza provare alcuna empatia e calore, muto è il corpo del bambolotto gettato dentro la fossa , non in grado di opporsi a quella sorte . Ciò che appare sempre ben visibile sono gli occhi, gli sguardi,( quelli sofferenti della donna, quelli fissi e gioiosi della bambola, quelli privi di partecipazione del marito) quasi a voler simboleggiare la necessità di tornare alla realtà dalla quale non si può sfuggire e con la quale non si può non fare i conti se non attraverso un processo di consapevolezza e di crescita (Manuela Boccanera)

Nastro Bianco di Maria Francesca Scarano

La sensazione di sottoforndo non è l'elaborazione di un lutto e fare i conti con i propri sentimenti ma è un trovarsi già nell'ignoto spazio profondo, lontano anni luce dai giorni chiari e umani di una ragazza che ha perso tutto. Un inverno freddo freddo. Onesto e ben curato tutto il comparto tecnico (dalla fotografia, al montaggio al suono alle musiche). Interessante, sotto tutti i punti di vista, la vena dark della giovane regista, una vena dark intrisa di eleganza. (Vincenzo Totaro)

Groundapple di Moonbeam Ryder


Un film ben fatto, ti rende partecipe di una quotidianità fatta di tempi scanditi, inutili oggetti con i quali viene riempita e che altro valore non hanno se non quello di finire nell’immondizia, mentre da qualche parte il protagonista trova i suoi spazi di contemplazione e di scambio con il trascendente e la fantasia: una vera delizia per occhi, orecchie e mente. (Antonio Universi)

Originale l'idea e molto interessante l'opera in grado di raccontare due realtà opposte: quella frivola, finta, fatta di cose "inutili" ma altisonanti e importanti solo all'apparenza tipica del mondo dei quiz televisivi con i suoi tempi scanditi, le sue dinamiche e i suoi personaggi improbabili che spesso rasentano il ridicolo e poi la realtà contemplativa e silenziosa del mare con le sue visioni e i suoi viaggi intergalattici nella vastità dell'Universo , quasi a rappresentare una via di evasione e di sopravvivenza. (Manuela Boccanera)

Opera veramente interessante in cui la critica al mondo frivolo delle "cose" da quiz televisivo si stempera in visioni un po' naif (anche in animazione passo uno) di un altrove che ha i caratteri del gioco e del sogno. Il tutto in un meraviglioso formato 16 millimetri con pellicola kodak (fotografato da una vecchia conoscenza del  nostro festival, Eino Antonio). Gioiellino delizioso e delicato. (Vincenzo Totaro)

...until after... di Marcin Makara


La morte è un rito di passaggio, per chi rimane. Il lavoro offre delle riflessioni sul rapporto fra le due culture della protagonista, e in fondo condivisibili: la religione, qualunque essa sia, che termina "ufficilamente" con la sepoltura/cremazione e il naturalismo, in cui siamo tutti parte del tutto e immersi nel flusso di una continua trasformazione. La delicatezza con cui viene espressa visivamente il dolore è significativa della sensibilità del regista (Luigi Starace)

Bello l'accostamento tra le ceneri, i colori della pittura e l'argilla per plasmare delle sculture , quasi a simboleggiare che in natura niente si distrugge ma tutto si trasforma in qualcos'altro (Manuela Boccanera)

L'elaborazione di un lutto raccontata con partecipazione e un tocco di ironia. Non siamo lontani dalla poesia quotidiana di Kaurismaki. (Vincenzo Totaro)

Se non dai il meglio di Giuseppe Di Maio


Un esordio col botto per questo regista, una storia che racconta la realtà economica di questi tempi, una fotografia notturna fantastica.(Antonio Universi)

Interessante esordio alla regia; una storia semplice e ben raccontata, ma quello che colpisce di più è la "singolarità" della visione di questo regista. Gli interpreti sono bene in ruolo. Se il buongiorno si vede dal mattino... (Vincenzo Totaro) 

Verticalman di Roberto Moretto


"Hai dormito?"
"No"
"Domani"
...la leggerezza con cui queste battute in dialogo sono interpretate e riprese nel film danno uno schiaffo a chi lo guarda, donandogli una forza incredibile.
Il film ha delle idee registiche notevoli [...]
Il monologo di Stefano, del becco, pizzo, tangente...meraviglioso! Il gioco delle carte con il boss è fortissimo! La citazione da "I fiori del male" di Boudlaire recitata in dialetto alla mariera "futurista"...incredibile!
La bravura di Rignanese è evidente e dona al film scene incredibili. (Anna Troiano)

La tensione morale di un individuo che cerca di resistere alla pressione della delinquenza organizzata c'è. E c'è anche la disperazione insonne del protagonista isolato dalla comunità stessa che sembra adattarsi, piegandosi quasi con comprensione e partecipazione alle delinquenziali richieste mafiose. Situazione drammatica che si fa prima di tutto condizione psichica, l'insonnia che guarda caso accomuna i poli opposti dell'oppresso e dell' l'oppressore.(Antonio Del Nobile)

Ha delle qualità indiscutibili, a partire dall'idea alla base del film, il registro scelto per il racconto (una leggerezza che non toglie importanza al tema trattato). Anche il testo della canzone che apre il film (la sempreverde Poro Poro di Tony Santagata) non appare affatto casuale e conserva una sorta di indicazione di ciò che andremo a vedere. Citazionista e barocco (ma sarebbe più adatto dire Rococò per quanta roba è messa a cuocere) è una sfida produttiva, prima ancora che un film (in buona parte vinta). (Vincenzo Totaro) 

Il Pirata - Memorie da Spoon River di Cristiano Ciliberti

 

E' una realtà ferma ma anche movimentata quella raccontata in questo bel film : ferma per il contesto proprio di una cittadina soleggiata del sud che sembra essere sempre uguale a se stessa, vista e anzi "spiata" da dietro le tende dell'appartamento del Pirata; movimentata però dalla bizzarria, follia  e stravaganza degli abitanti che la popolano alle prese ognuno con le proprie questioni personali, siano esse di natura sentimentale, di fede o di altro genere. E proprio in una realtà circoscritta in cui tutti finiscono per conoscere tutti, le vicende e i loro protagonisti sembrano avere tra di loro un rapporto di interconnessione anche se, in realtà, finiscono solo per accostarsi e sfiorarsi appena, forse a simboleggiare che in realtà ciò che si conosce dell'altro è solo la superficie e l'apparenza. Molto belle le musiche (Manuela Boccanera)

Belle tutte le cose che le stradine, i balconi, i mugnali raccontano, in questo senso trovo più vicinanza con Italo Calvino delle "Città invisibili" che con Edgar Lee Master (Antonio Del Nobile)

Film che incrocia le prospettive raccontanto gli stessi istanti da punti di vista differenti; su tutti c'è lo sguardo silenzioso del pirata. Il film riesce a fare l'affresco di un luogo e di un tempo secondo delle dinamiche che tendono al punto. Di livello le interpretazioni, regia montaggio e fotografia molto interessanti. (Vincenzo Totaro)

Tethered to the Ether di Michael Thomsen


All'interno di una visione personale e originale, in questo film si intravedono una miriade di citazioni cinematografiche (volontarie o casuali non importa) che abbracciano un po' tutto il cinema surreale e arrivano fino al realismo poetico; se infatti il plot è stranamente simile a quello di Hotel du Nord di Marcel Carné, le atmosfere hanno più il sapore Lynchiano mentre inquadrature e colori tendono verso il mondo di Terry Gilliam e ai sogni dark di Jean Pierre Jeunet e Marc Caro (La cité des enfants perdus)... Ma poi, vogliamo dimenticare il Leos Carax di Holy Motors?
Ne viene fuori un compendio cinematografico, barocco in salsa acida, calato in una realtà da archeologia industriale che ti fa venir voglia di addentrarti nella storia del cinema e riscoprire gli autori citati sopra.
Ottime le musiche. (Vincenzo Totaro)

Villa Rosa di Alessandro Tricarico


Originale, bellissimo toccante e intenso. Un omaggio d'amore tenero e commovente.(Manuela Boccanera)

Mi sono commosso. Un piccolo esempio di quello che può fare il cinema quando lavora con gli strumenti del cinema: una storia, una location, una narrazione e la voglia di raccontare le vite degli uomini e donne.
Potrebbe essere anche sperimentale, ma diventa secondario, la storia scorre e si viene immersi dentro, semplicemente... (Luigi Starace)

Non so se l'idea sia originale oppure no, saperlo mi interessa poco in realtà, ciò che importa è che funzioni. E in questo lavoro funziona meravigliosamente. Tutto molto bene. Quella leggera velatura locale o regionale nel parlato accentua l'identità e favorisce l'immedesimazione da parte dello spettatore. Si leggono gli afflati, i drammi e le speranze. le delusioni e i riscatti. E l'amore. (Antonio Del Nobile)


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