Prima edizione nella nuova formula stagionale per il Sipontum Arthouse International Film Festival. L'organizzazione si sta configurando sempre più in ottica "promozione presso il pubblico delle opere selezionate". Anche per la nuova stagione, quindi, è confermata la formula "più proiezioni e meno glamour" con un focus costante sulle opere in concorso.
Le proiezioni presso "La Traccia Nascosta - Sound Recording Studio" riprenderanno il prossimo 14 ottobre e sono previste sessioni live due volte al mese (in genere il venerdì) con il programma delle proiezioni che sarà annunciato in anticipo su tutti i nostri canali social.
Qui di seguito presentiamo il quadro dei vincitori della presente edizione:
Di seguito raccogliamo le impressioni della critica sulla selezione ufficiale.
April at the End of the Month di Tim Disbrow
Incisivo ed essenziale..le immagini parlano da sole senza necessità di
lunghi dialoghi o descrizioni inutili e didascaliche. Alcuni dettagli
come i tacchi delle scarpe usurati,l'avviso di sfatto sulla porta o la
confezione aperta del preservativo a terra raccontano il vissuto della
protagonista. (Manuela Boccanera)
Ottima la scelta del bianco e nero che sottolinea una vita
"non colorata". Riprese su particolari (tra tutti i tacchi usurati...)
che raccontano più di mille parole, così come i respiri e i rumori. Un racconto preciso, che arriva.(Anna Troiano)
Incisività di un frammento. in questo breve film l'autore è riuscito a
condensare l'idea di precarietà. Tutti le ipotesi e i discorsi sulla
condizione che vive la protagonista sono plausibili o possibili. (Antonio Del Nobile)
Inside the ark, or or all the things that are getting lost di Noemi Vasileiadou
Una riscrittura della tragedia greca in una chiave fresca, innovativa, moderna [...] Una ricerca di particolari che racconta e accompagna. Un ritmo che porta ad una musicalità intrinseca all'interpretazione
delle protagoniste, che ho trovato intense e leggere e "precise" nel
loro racconto. (Anna Troiano)
... è interessante seguire queste tre "puelle" che si candidano per
auto-fondare e rifondare l'umanità a partire da alcune cose che
pretendono di salvare dalla catastrofe (diluvio) portandosi dietro, in
una arca rappresentata dalle stanze di un vecchio palazzo padronale,
oggetti dei quali non sempre si coglie il valore simbolico che resta
incistato in essi se non rivelato in successivi passaggi dialogati. (Antonio Del Nobile)
one thousand birds symphony di Grice Peters
Opera interessante e pregevole nell'idea e nella realizzazione; volendo, uno sguardo del tutto originale sulla pandemia, una sorta di "altra faccia del covid 19" con le immagini che accompagnano la musica (e viceversa) in uno scambio dialettico che convince e rilassa anche. (Vincenzo Totaro)
Ottimo il sound in relazione alle immagini(emblematico in tal senso i frammenti disco al minuto 6 e 36) e momenti di pace seguenti. (Simone Piraino)
Boys Will Be di Jake Moss
Il tema centrale, presentato in filigrana tra le vicende
giornaliere di un gruppo di adolescenti, è delicato e quasi
introspettivo. Buona fotografia e buone inquadrature e buon montaggio.
Le atmosfere sono rese con sufficiente precisione e soprattutto gli
attori sono veramente credibili. (Antonio Del Nobile)
Inizio folgorante (alla maniera di Jules et Jim); del cinema Truffautiano quest'opera conserva la freschezza espositiva e una sincerità di fondo che è sempre piacevole rintracciare in un film. Le musiche sono bellissime e i giovani interpreti sono una piacevole sopresa, tutti, nessuno escluso. (Vincenzo Totaro)
Cherry Blossom's Elegy di Madeleine Castalie Delore
Mi è piaciuta moltissimo l'idea di partire da un mazzo di fiori semi
appassito, la poeticità, la delicatezza, la profondità dei pensieri che
esso suscita nella protagonista. La scelta dei colori, così precisa, che
diventa parte importante di una narrazione molto interessante.(Anna Troiano)
La regista rivela sensibilità, profondità, delicatezza e gusto per la
sperimentazione. Interessanti le parti animate. Azzeccate le musiche. (Manuela Boccanera)
Claire D. - Fammi sentire in un Sogno di Mattia Bello
“Se Norah Jones cantasse in un film Disney” - mix piacevole (Giuseppe De Salvia)
Un racconto delicato e ben montato che mette in evidenza le qualità musicali del brano. Toccante due volte, nelle immagini e nella voce (Vincenzo Totaro)
Demi-Gods di Martin Gerigk
Film di collage molto intenso e avvolgente; ottimo mix di suoni e immagini in movimento. Al di là delle dichiarazioni
dell'autore,che pure arrivano allo spettatore, il film, in realtà, si lascia guardare e interpretare molto
liberamente. (Vincenzo Totaro)
Interessante narrazione e utilizzo della collage art. Le musiche e i
suoni hanno un ruolo narrativo estremamente evocativo e onirico, molto
immersivo. (Anna Troiano)
Shiksha - di Prahas N
...immagini che raccontano stati d'animo, occhi che raccontano emozioni represse e non raccontabili.
Luci e contrasti che ben accompagnano gli animi di ogni bambino. Mi ha colpito molto anche lo sguardo della tutrice...non austero ma
... sereno... che punisce consapevole di fare la cosa giusta per ognuno
di loro. (Anna Troiano)
Un vero e proprio cortometraggio neorealista. Fatto egregiamente.
Egregiamente pensato, egregiamente diretto e interpretato. Non trascurabile il fatto che l'autore intenda esplorare paradossi
e ambivalenze di un progetto di modernizzazione di un paese post
coloniale e suggerire di mantenere intatte certe basi identitarie delle
civiltà. (Antonio Del Nobile)
En fin de conte - di Zoé Arene
Un'attrice meravigliosa che attraverso una storia originale riesce a far
entrare lo spettatore in empatia con lei . Ci sono momenti in cui si
riesce a "toccare" le sue emozioni, il sogno, il dolore, la potenza
della magia che vive dentro di lei. ( Anna Troiano)
Un lavoro veramente pregevole, rimane fino alla fine il dubbio che si tratti di un documentario.(Antonio Universi)
Coco incarna in pieno, con i modi sgarbati, mascolini e rabbiosi che la
contraddistinguono, lo stereotipo di donna distante anni luce da ciò
che la società sembrerebbe imporle, con i suoi modelli femminili
..modelli che passano anche attraverso le fiabe.(Manuela Boccanera)
Floating Holidays di Yumi Masuda
Questo film conferma quanto di buono si era visto nell'altro (Teal to Orange), specie nella capacità attoriale di restituire il quotidiano (malgrado alcune simpatiche presenze sopra le righe che andrebbero comunque contestualizzate culturalmente). La protagonista soffre di disturbi di adattamento post stress da lavoro. Il ritmo lento (ma non moscio) del film corrisponde, a mio avviso, a un recupero di tempi più umani da parte della protagonista. Il ritmo in questo senso andrebbe inteso in modo narrativo, letteralmente come elemento della sceneggiatura e non come elemento meramente compositivo. Anche nella scelta delle inquadratule (insolite e insolitamente "sbagliate") il personaggio principale appare oppresso dal mondo che lo circonda. (Vincenzo Totaro)
Salut, Gadou! di Hélène Matte, Jérémie Thibault, Marco Chantal
Film militante e festante, con un problema sociale trattato come fosse una fiaba moderna (a tratti ricorda vagamente Zero in condotta di Jean Vigò senza però averne la carica eversiva) Simpatici i giovani interpreti godibile il risultato finale. (Vincenzo Totaro)
Ghost di Pernell Marsden
Film non originalissimo ma ben fatto in tutti i suoi aspetti. Le azioni
della donna, così precise, i ritmi, gli sguardi... a tratti mi hanno
commosso facendomi sfiorare ciò che lei sentiva in
quell'istante...entrando in empatia con lei.(Anna Troiano)
Da "Ferro 3 La casa vuota", passando per "Parasite" e finendo al recentissimo "Windfall", questo film esplora un plot tanto geniale quanto sfruttato. Mi chiedevo cosa ci potesse essere di originale e la risposta arriva nel finale. Opera intensa e delicata, ben diretta (eserdio alla regia) benissimo interpretata e con una fotografia azzeccatissima; inaspettatamente ci regala una parabola che è molto più vicina al David Swann di Nathaniel Hawthorne, se interpretata dal punto di vista del proprietario di casa (non so se il riferimento è voluto o meno, ma poco importa), che ai film citati al principio. La regista è anche scenografa e si vede. (Vincenzo Totaro)
Desamor di Fernando García Pliego
Risultato finale molto bello. Sceneggiatura semplice ma intrigante che
fa leva su sentimenti e situazioni "sempreverdi". Regia ottima e
recitazione ottima. (Antonio Del Nobile)
Questo film ha le fondamenta solide su una sceneggiatura ben costruita, su una regia classica e senza fronzoli e i punti di forza nelle interpretazioni degli attori, tutti e quattro bravissimi. Come altri film dello stesso autore, l'azione prende spunto da una situazione semplice che porta a risultati paradossali; la regia si concentra a questo punto sull'analisi delle pulsioni e dei sentimenti spesso contraddittori che attanagliano i personaggi alla ricerca di una soluzione. Spicca il sottile e consapevole erotismo della protagonista. (Vincenzo Totaro)
inCONTROtempo di Manuel Amicucci
La fotografia è senz'altro il punto di forza di questo corto, adeguata al racconto, delicata e senza sbavature. Il tema è interessante. (Antonio Universi)
Il tema è interessante ed è scandito bene. Il momento in cui il protagonista viene colto nella sua umanità di padre
che vagheggia l'incontro con una figlia, una volta fuori del carcere, e
che fa le prove di incontro con la figlia cercando le parole più adatte
è davvero molto bello. (Antonio Del Nobile)
Jam It di John Dawson
Il susseguirsi così rapido di colori e forme non mi ha entusiasmato, né ho compreso la narrazione. (Anna Troiano)
Sulla scia di Norman McLaren, questo film rientra a pieno titolo nell'ambito del cinema d'animazione delle avanguardie storiche (spiritualmente non lontano dalle sinfonie di Viking Eggeling e dalle Fantasmagorie Emile Cohl). Ritmo colori e movimento con risultati egregi. (Vincenzo Totaro)
L'iperuranio: Ancora un altro po' di Francesco Chiot
Finalmente un video musicale con un ritmo "umano". La
fotografia slavata anni settanta, unitamente al rapporto di proporzioni 4:3 utilizzato in parte danno, a mio avviso, il tono giusto a un
video musicale di questo tipo. (Antonio Del Nobile)
PASOLINEIDE - l'avventura romana di Pier Paolo Pasolini di Mauro Paracini
Lunghissimo e interessante documentario sulla figura di Pier Paolo
Pasolini. Una rasegna sulla sua vita, sul suo pensiero, sulle sue opere
che vuole essere un omaggio al poeta, scrittore, regista e sceneggiatore
tanto amato e odiato al tempo stesso, in quanto personaggio scomodo,
radicale, mai omologato, la cui visione politica, culturale e sociale ha
precorso e anticipato di gran lunga i tempi. Il documentario ci
consente al tempo stesso di riscoprire una Roma quasi dimenticata con le
sue borgate, le sue baracche, la sua gente( quello che Pasolini
chiamava sottoproletariato)(Manuela Boccanera)
Un buon documentario, di stampo classico ma efficace nel ricostruire e
ripercorrere la vita e la poliedrica attività di Pier Paolo Pasolini,
uno degli intellettuali più profondi e umani, forse il maggiore del
secolo trascorso. Sicuramente il poeta più scomodo e meno integrato del
panorama letterario italiano. il documento contiene immagini di una Roma pre-palazzinara, non
devastata neanche umanamente dalla cultura di massa che Pasolini ha
tanto odiato e temuto. (Antonio Del Nobile)
Pluvial Allusion di Madeleine Castalie Delore
Della stessa giovanissima regista di Cherry Blossom's Elegy ma di genere
diverso.. atmosfere piovose in un bianco e nero per raccontare
l'incontro tra due estranei..complice un misterioso pacco. (Manuela Boccanera)
Film di atmosfere con una tecnica che di ripresa e montaggio, molto vicina alle avanguardie storiche. Questo film rientra nel mood di "Interim" di Stan Brakhage. Il tocco delicato della regista è molto interessante in prospettiva. (Vincenzo Totaro)
I silenzi, lo sguardo di lei , perso, che non vede, i movimenti di
lui...il sottofondo della televisione, i particolari cosi vissuti di
quella casa e il loro stare dentro quelle mura di altri, perché non
hanno altro di importante al di fuori.
e poi quei passi del padrone di casa, quel posizionare quella foto
nel posto giusto, il proprio posto, quelle due mani che si
prendono...mani che hanno trascorso una vita lunga insieme e che parlano
come i loro occhi mentre dicono " erano in due"... di questo film resta
tanto dentro lo spettatore...
La ricerca di particolari...tutti preziosi! (Anna Troiano)
Quarantine di Majid Mirhashemi
Veramente un gran bel film, questa è gente che ha qualcosa da raccontare e sa come farlo.
I movimenti di macchina sono quasi impercettibili e deliziosi. Lo
sguardo in camera della madre nell'ultima scena arriva dritto al cuore.
(Antonio Universi)
Movimenti di macchina, inquadrature e fotografia senza sbavature così
come il montaggio. La storia è delicata e coinvolgente. Tutte le
prigioni sono tristi, anche quelle fatte di sbarre immateriali come il
conformarsi alla tradizione, alle convenzioni, alle buone maniere e
all'apparire ligi ai propri doveri sociali. (Antonio Del Nobile)
Bellissimo, delicato, intenso, toccante,vero. Attraverso la vicenda di
sua figlia, si delinea tutto l'arco di trasformazione del personaggio
della madre (protagonista del corto). Bellissima l'immagine della donna che finalmente acquisita una nuova
consapevolezza di sè vive questo momento di "liberazione" imprigionata
all'interno della sua camera da letto. (Manuela Boccanera)
Slay The Beast From A State of Peace di Miro Alleyne-McCarthy
Ciò che resta sono le immagini che emergono a fatica dal buio; ogni tanto lampi di luce acceccante, e l'immagine segue i movimenti delle anime. (Vincenzo Totaro)
Suffocation di Mahmoud Atshani
L'interpretazione degli attori ha ben accompagnato la storia e le
emozioni narrate. i personaggi sono risultati ben definiti e chiari. (Anna Troiano)
Molti i pregi di questo corto che si distingue per il rigore e la
essenzialità dei blocchi narrativi. Il commissariato con i due genitori
denuncianti la scomparsa della figlia e nello stesso tempo testimoni che
raccontato in assenza di piani d'ascolto e con camera fissa.. in questa
scena sottolineo l'estrema efficacia narrativa della radio che emette i
comunicati di servizio e che da sola evoca una dimensione straniante e
nello stesso tempo crea una narrazione parallela. (Antonio Del Nobile)
Tyranny di David Adamko
Interessante riflessione sul mondo di domani partendo da quello di ieri e sulle spinte tiranniche che trovano linfa nei traumi (in questo caso come quello del Trianon). Un lavoro impegnato e di fattura pregevole, onesto nell'esposizione della sua tesi. Nella scena finale con i ragazzi che ballano a torso nudo sullo sfondo del drappo nero (con le immagini di found footage spente), anche se indici di libertà, non si riesce a non pensare alle "scimmie di fronte al monolito nero" di 2001 odissea nello spazio.... (Vincenzo Totaro)
Varaham di Rijo Vellani
Classico corto su tematica sociale e antropologica. Interpretazione un po' sulle
righe ma efficace. Abbiamo un Calibano che poi si rivela un po' meno Calibano
dell'altro servitore. Montaggio frenetico ed efficace. Per spirito ricorda "Il miglio verde" di Frank Darabont. (Antonio Del Nobile)
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