SAIFF - I Vincitori di Novembre 2021 e le parole della critica sulla selezione ufficiale.

Lunedì 29 novembre, con la proiezione di alcuni corti in gara, si concluderà la prima edizione del Sipontum Arthouse International Film Festival.

  Ecco la lista dei corti vincitori

Raccogliamo di seguito le impressioni dei critici sugli undici film in concorso.

Selected Milk di Jose Luis Dicid, Alfonso Camarero, Maria Meseguer


 

Altamente poetico. Pone volutamente l'attenzione sul messaggio sonoro prima ancora che sulle immagini. Non scontato e capace di catturare l'attenzione più di tanti film fatti di immagini in movimento. (Adriano Santoro)

Un progetto originale, che cattura man mano che passano i minuti.
Si sente che il regista ha qualcosa da comunicare e qualcosa, indistintamente, passa e rimane, veicolato da quelle riflessioni "en passant" che capita a tutti di fare in alcuni momenti della giornata, riflessioni che sembrano offerte allo spettatore freschissime, complici i fotogrammi congelati, come se fossero appena passate nella sua mente. (Antonio Universi)

Helena di  Geebran Warchausky


 

Volutamente frammentato e incompiuto, Helena è un'opera ermetica che traduce in forma visiva le immanigi e le narrazioni interiori. Caratterizzato da una preponderanza dell'aspetto formale/visivo su quello narrativo/logico e scandito da una montaggio piuttosto dinamico, è opera che ricompare nella mente dello spettatore, a distanza di tempo, sotto forma di frammento. (Vincenzo Totaro)

 

 Naji di Hosein Torkjoosh


Film dall'impianto classico e condotto da una regia solida che predilige la psicologia dei personaggi al virtuosismo tecnico, ci narra una storia "claustrofobica" nonstante sia girato in gran parte in esterni; la fotografia "sabbiosa" contribuisce a definire le prospettive che si chiudono intorno alla protagonista.(Vincenzo Totaro)

Aquaria di Julia Obst


 

Vicino alla prima avanguardia francese, citazionista senza essere manierista, è un film che cerca di veicolare emozioni attraverso immagini dense di significato e di simboli; probabilmente Germaine Dulac e Jean Epstein avrebbero amato tantissimo le gesta di Aquaria. (Vincenzo Totaro)

Un viaggio segreto, viscerale, intimo e profondo nel proprio sé interiore proprio come l’immagine del pesce morto, le cui carni bianche ,interne, attraverso le quali la protagonista si immerge, sembrano suggerire. Un viaggio di rinascita e di elevazione che sembra passare inevitabilmente attraverso la sofferenza e il dolore. (Manuela Boccanera)

On/Off di Nicolas P. Villarreal


 

Film intelligente careatterizzato da una regia solida e da un tratto spigoloso che tende all'astrazione; riesce a trattare un argomento comune in un modo assai originale e coinvolgente. Cosa sarebbe successo, per esempio, se il genio di Beethoven fosse stato distratto dall'overdose di like da social? Una critica nemmeno troppo velata all'iperconnessione e un monito per le generazioni presenti e future. (Vincenzo Totaro)

The man who measures the World di Irene Gianeselli


 

Buona l'idea di accorpare le voci dei personaggi in un un unico attore producendo un originale "prisma" di ostilità e disaccordi, sospetti e delazioni, finte aperture e riserve mentali, rappresentante una umanità incapace di rapporti sociali autentici. Ottima performance di Luigi Mezzanotte. (Antonio Del Nobile)

There is exactly enough time di Oskar Salomonowitz  e Virgil Widrich 


 

Interessante la riflessione circa la percezione soggettivamente variabile del tempo contenuta nel titolo ed esplicata nella parte finale del corto. Interessante anche il tentativo di recuperare/utilizzare i materiali sui quali Oskar si divertiva e si esercitava a sognarsi regista o sicuramente artista. Un commovente omaggio genitoriale alla memoria e alla breve vita di Oskar.(Antonio Del Nobile)

The pupil di Sarah Ellen Lundy


 

Oggetto misterioso, avanguardia allo stato puro, uno stile retrò e un montaggio caratterizzato da una forma di associazione per giustapposizione; una sorta di montaggio delle attrazioni 2.0 di Eizensteniana memoria (Vincenzo Totaro)

The scratch di Alessandro Chirico 


 

Un uomo senza qualità. Senza slanci. Senza passioni politiche, senza sessualità, senza affetto. Con vaghe reminiscenze di queste passioni. Il sessantotto e la contestazione sono una eco lontana, beffarda. Ora è importante difendere il posto, non quello di olmiana memoria ma il posto auto. A proposito di posto, Chirico tenta di ricavarsi una sua posizione in quel gruppo di registi che si limitano a registrare la nuda vita dei loro personaggi con un atteggiamento da entomologo. (Antonio Del Nobile)

Lisa & Emma di Laszlo Bus



La  maschera e il volto; la maschera è il volto; lo studio della personalità attravero l'osservazione perdurante e ostentata dell'esteriorità, dell'apparire, sotto forma di regina nera (la bionda) e di regina bianca (la bruna). Un' analisi esistenziale che tende al punto giacché l'ottima tecnica cinematografica messa in campo dal regista e montatore denuncia l'impossibilità di giungere a una risoluzione. Forte la filiazione di questo lavoro con "Persona" di Bergman (Vincenzo Totaro) 

Buskers di Toygar Kabas

 

Opera lieve a metà strada tra Kusturica e Mihaileanu, è una favola moderna che mette la musica al centro in una produzione di ottima fattura e ben interpretata. Interessante la posizione della musica che ritorna ad essere mezzo di comunione e solidarietà e non più veicolo di competizione da era reality show musicale. (Vincenzo Totaro)

 


 

 

  

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