NUOVI MONDI - Bigoli Bang di Jérôme Walter Gueguen

 

Bigoli Bang è un film che potremmo inserire nel genere fantascienza distopica. Il plot è tanto semplice quanto efficace; una struttura situata da qualche parte nel nord dell'Italia (Veneto ndr.) ospita dei migranti senza permesso di soggiorno; questi migranti, però, non vengono da un altro luogo ma da un altro tempo. Per quale ragione sono arrivati? La loro presenza rompe i fragili equilibri esistenziali del nostro tempo ponendo tutta una serie di interrogativi, esistenziali prima ancora che politici, non di facile soluzione.

Vengono ospitati (custoditi? Imprigionati? Confinati?) in una vecchia fabbrica che è un incrocio tra un carcere e un sanatorio.


 Bigoli Bang è un film bizzarro e riuscito che sfrutta un argomento ormai "consumato" da kilometri (forse sarebbe più corretto dire anni luce) di pellicola cinematografica usati per produrre opere che nella gran parte dei casi non hanno niente da dire; Questo film, invece, utilizza il tema in un modo insolito e originale, secondo una trama che ricorda alla lontana un classico della letteratura fantascientifica anni settanta (Fuga dal Futuro di Clifford D. Simak).


Il lavoro gode di una sceneggiatura ben scritta e di una regia coraggiosa (molto coraggiosa) che mette da parte il desiderio narcisista di porsi in evidenza, scegliendo l'efficacia del racconto (classico in questo caso).


 Attori professionisti (come Edward J. Bentley) dividono la scena con attori amatoriali o non attori. Il risultato è piuttosto singolare e in larga parte riuscito perché in diversi passaggi questa scelta contribuisce a quel senso di spaesamento, di leggera vertigine che lo spettatore prova per tutto il film.


Presentato nella sessione estiva del Sipontum Arthouse International Film Festival, il film non è andato a premi solo per una serie di sfortunate coincidenze. Se vogliamo trovargli un difetto (che poi paradossalmente è anche un suo pregio) è nella natura dei dialoghi, nel sottotesto che portano con sé e nelle implicazioni politiche e filosofiche che questi dialoghi o piccoli monologhi, comportano; lì dove gli attori professionisti riescono a gestire la materia, con risultati apprezzabili, negli attori non professionisti, in alcuni casi, questa rischia di perdersi (creando però allo stesso tempo una specie di effetto straniamento che dà molto colore al film). La questione quindi resta controversa; è un difetto e non è un difetto.


Jérôme Walter Gueguen (regista, sceneggiatore e produttore) è a nostro avviso un prospetto molto interessante. E' un autore capace di seguire un proprio percorso con una sana dose di coraggio e determinazione. Bigoli Bang è un'opera singolare e necessaria, va a occupare una voragine nel cinema italiano e noi francamente ci auguriamo di vedere, al Sipontum Arthouse International Film Festival, molti più film con questo coraggio e questa consapevolezza.



   

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