FOCUS - Il cinema Folk di Mitsuo Kurihara

 

National Exchange Center, IRISO - 2021

Quando i film sono strettamente legati al territorio nella quale sono girati, capita di incontrare delle sensibilità autoriali piuttosto originali; è questo il caso del cinema di Mitsuo Kurihara, in concorso al Sipontum Arthouse International Film Festival con due lungometraggi estremamente interessanti (ma presentati in edizioni differenti). 

Regional exchange center, IRISO (2021), e The Haunted Jizo of Shimo-Mizuno, Sayama City (2022), entrambi ambientati nella città di Sayama (che si trova nell'area metropolitana di Tokyo), sono opere molto diverse tra loro ma anche così vicine.

Innanzi tutto la città, che non si limita a fare da sfondo ma partecipa delle storie raccontate attraverso la quotidianità ma anche il folklore popolare, con tanto di fantasmi che, per dinamiche, non sono poi così lontani da quelli della tradizione popolare del sud Italia (un esempio è rintracciabile nel volume Manfredonia, Storie d'amore e di magia di Teresa La Scala).

In entrambe le opere di Kurihara troviamo alcuni elementi ricorrenti; ritorna, per esempio, la stazione ferroviaria di IRISO, autentica porta temporale dove i personaggi scompaiono e ritornano dopo molti anni; chi va e chi viene trascinandosi dietro un complesso bagaglio di sentimenti e sbagli ai quali porre rimedio.

National Exchange Center, IRISO - 2021

In National exchange center, IRISO, si comincia proprio da un treno in arrivo; a bordo la cantante diventata famosa che torna a casa per fare i conti con il suo passato e la sua famiglia, un plot che ricorda alla lontana quello di Roxy - Il ritorno di una stella (Welcome Home, Roxy Carmichael, 1990 di Jim Abrahams)
 

National Exchange Center, IRISO - 2021

Altro elemento unificante, nell'opera di Kurihara, è quello musicale. In Nationa exchange center, la protagonista è proprio una musicista (la quale ha a sua volta una nipote con velleità artistiche che cerca di replicare il successo della zia). 

National Exchange Center, IRISO - 2021
  

Mentre in The Haunted Jizo of Shimo-Mizuno, Sayama City, film dalle venature orrorifiche, l'aspetto musicale è affidato a due menestrelli che fanno parte del profilmico senza prender parte alla scena stessa. Le due donne con la chitarra commentano cantando, ignorate dagli altri personaggi in scena.

The Haunted Jizo of Shimo-Mizuno, Sayama City - 2022

Da notare che il duo con chitarra torna in entrambi i film e con la stessa modalità visiva.
 

National Exchange Center, IRISO - 2021

The Haunted Jizo of Shimo-Mizuno, Sayama City - 2022  
 

La regia di Kurihara è caratterizzata da un tocco piuttosto leggero e poco invasivo, con sequenze che talvolta sfiorano lo stile documentario. La macchina da presa indugia spesso sui personaggi, indaga sogni e bisogni prima di allontanarsi; qualche volta sono i personaggi stessi che abbandonano la scena mentre la camera si sofferma sul vuoto che resta nell'inquadratura.

The Haunted Jizo of Shimo-Mizuno, Sayama City - 2022
 

Altra nota interessante è la capacità del regista di dirigere gli attori, tutti molto bravi (molti interpreti sono presenti in entrambi i film); non a caso Maki Kuwabara si è aggiudicata il premio come miglior attrice nella sezione lungometraggi al SAIFF di febbraio per la sua interpretazione in Regiona Exchange Center, IRISO.


 

National Exchange Center, IRISO - 2021 

 
 A spronare i personagi, nel loro incessante andirivieni, ci sono i sentimenti per la famiglia o per i compagni; i brutti ricordi rimossi che affiorano, le nuove realtà quotidiane che si configurano all'interno di una città che potrebbe essere ovunque nel mondo, ma che in realtà non lo è, ha un'ubicazione precisa: Sayama, a 88 minuti di treno da Tokyo, se partite dalla stazione di IRISO.
 
 


 

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