MARA: The Seal Wife - Uisdean Murray

 

Tra mito e realtà, le vicende raccontate nel film di Uisdean Murray riportano all'attenzione della giuria del Sipontum Arthouse International Film Festival un' opera dall'impianto classico e realizzata con ottimo mestiere e cura del dettaglio, supportata da un gruppo di attori credibile ed affiatato, ottimo anche nei ruoli più piccoli, e da una regia che mette in risalto i luoghi del film senza cadere mai nell'effetto cartolina; anzi, il paesaggio diviene veicolo di riferimenti cinematografici di rilievo (più o meno cercati, non importa), come alcune sequenze sulla scogliera che, anche nel modo in cui sono girate possideono una eco Flahertyana (L'uomo di Aran). Il film si è aggiudicato ben tre premi nella passata edizione del festival: Miglio attrice per la categoria del mediometraggio a Sarah Pritchard, Miglior fotografia, sempre per la sezione mediometraggio, a Jason Weidner e miglior sound design alla coppia Heater Andrews e Stewart Simpson. Ne abbiamo parlato con l'autore.


1. Nel tuo film non si può non considerare i luoghi come un vero "personaggio" del film, tanta è l'importanza che hanno a livello narrativo. Sei d'accordo?
Assolutamente; i luoghi erano vitali per la storia, in particolare il mare e la casa MacCodrum che sembrava appartenere a un lontano passato. Essendo cresciuto sull'isola, io e il produttore Adam Keltie, che vive tuttora alle Ebridi, conoscevamo molto bene la maggior parte dei nostri luoghi e avevamo un'idea di come affrontare qualsiasi potenziale sfida. Il tempo (meteorologico) è stato il nostro avversario principale, talvolta ci ha costretto a cancellare alcune scene, cambiare il nostro programma o impedirci di raggiungere le località desiderate perché il mare era troppo agitato. Il tempo ha sicuramente giocato un ruolo importante nel film ed era qualcosa a cui dovevamo adattarci e utilizzarlo a nostro vantaggio. Uno volta, per esempio, c'era così tanto vento nella nostra posizione prescelta che non siamo riusciti a superare le dune di sabbia fino alla spiaggia a causa di tutta quella sabbia che ci soffiava in faccia per il vento forte. Non potevamo aprire gli occhi e sembrava di essere colpiti da migliaia di palline. Ciò ci ha portato a viaggiare, spostarci più lontano lungo l'isola fino alla costa nord, dove la direzione del vento e il riparo erano più favorevoli. È qui che abbiamo girato la scena in cui Sine spinge via Magnus e vediamo grandi onde che si infrangono sullo sfondo. Non avrebbe potuto funzionare meglio!


2. Parliamo degli attori: tutti ottimi interpreti (e da te ben diretti) e non solo nei ruoli principali, ma anche quelli scelti nei ruoli secondari. Quale è il tuo approccio a loro e come li hai scelti?
Grazie. Mi piace lavorare con gli attori e vedere come danno vita ai personaggi. Avevo lavorato con Kevin Kelly (Magnus) e Sarah Pritchard (Sine) anni prima e ho sempre pensato che sarebbero stati perfetti nei ruoli principali se avessi mai realizzato il film. Per me era importante cercare di ottenere il maggior numero possibile di attori  "forti" e adatti alle Ebridi Esterne, dove la storia è ambientata e girata. Avevo già lavorato con David Walker, un artista ben noto e rispettato che interpreta il reverendo. David porta con sé una grande esperienza ed è sempre meraviglioso lavorare con lui. È stato anche un grande vantaggio poter girare alcune scene in gaelico scozzese con David e due attrici teatrali locali dell'isola, Christy-Ann Skivington (Maggie) e Caitriona MacCuish (Marion). Sebbene la scena di Caitriona sia stata tagliata dalla versione attuale del film, la scena in sé funziona molto bene. Speriamo che ci sarà un taglio più lungo in futuro (un director's cut). Il ruolo più difficile da scegliere è stato quello di James, ma una volta che abbiamo trovato e visto lo showreel di Cailean Collier sapevamo di averlo trovato. Cailean aveva una presenza straordinaria e il fatto che lavorasse come pescatore ha aiutato molto. In termini di lavoro con gli attori, mi piace ascoltare il loro pensiero sulla sceneggiatura e discuterne, qualsiasi domanda è ben accetta.
 


3. Il suono nel tuo film gioca un ruolo fondamentale; il vento, ma soprattutto il mare, continuamente presente in sottofondo. Questo è solo uno degli elementi molto ben gestiti da te nel tuo film e ci ha ricordato una domanda che vorremmo sempre porre a ogni regista ma che alla fine non facciamo mai; Cosa pensi distingua un buon regista da uno che non lo è?
Grazie per aver apprezzato e riconosciuto il suono del nostro film. Avere un suono eccezionale è così cruciale e penso che la mia passata esperienza di lavoro come fonico di presa diretta mi abbia reso iper consapevole di questo fatto. A causa del nostro piccolo budget e della nostra squadra ridotta, molti di noi hanno avuto più ruoli. Ad esempio, una volta iniziate le riprese, Adam avrebbe messo giù il suo cappello da produttore e avrebbe raccolto il kit boom per registrazione del suono. Ho scoperto così che Adam, oltre a essere un produttore, ha un gran talento in questo particolare aspetto del fare cinema. Una volta terminate le riprese e iniziata la post produzione, sono stato contattato da due sound designer indipendenti l'uno dall'altro, Stewart Simpson e Heather Andrews, che mi hanno chiesto se potevano offrire i loro servizi. Questa è stata una vera benedizione poiché in questa fase il nostro piccolo budget era bello che andato! L'esperienza e il talento dei sound designer hanno aperto molte nuove opzioni su ciò che si poteva fare e, insieme alla straordinaria colonna sonora di Philip Smith, il panorama sonoro del film è andato oltre le mie aspettative iniziali.
Un altro fattore molto importante è stato lavorare con un direttore della fotografia che capisce come lavori. Avevo già lavorato con Jason Weidner ed è stato fantastico sviluppare ulteriormente il nostro rapporto. È sicuramente importante lavorare con persone che abbracciano il progetto e portano le proprie idee. Avevamo una piccola troupe, ma tutti hanno contribuito così tanto al progetto, incluso Ciorstaidh Monk, la nostra costumista, Kimberley Timoney, la nostra truccatrice, e Ronni Menzies-Stirling, il nostro AD, che era anche il nostro principale fotografo di scena.
Penso che un buon regista sia uno che è in grado di continuare ad imparare da un progetto all'altro, di imparare dai propri errori, individuare le criticità e lavorare su aree in cui può migliorare.


4. La storia raccontata affonda le sue radici nel folklore e nella leggenda (tra l'altro con alcune somiglianze con la nostra leggenda di "Cristalda e Pizzomunno"). Cosa significa per te fare film legati al folklore? Credi possa essere un modo per fare cinema indipendente (quello di legarlo ai luoghi di produzione cosa che ovviamente il cinema hollywoodiano non potrebbe fare con altrettanta forza)? Avendo appena letto della leggenda di Cristalda e Pizzomunno penso che si potrebbe fare un film meraviglioso (ride).
Il mio primo copione ambientato nel mondo di Mara è  un lungometraggio che spero di realizzare prima o poi (più prima che poi). Si tratta di un lavoro in qualche modo diverso, The Seal Wife è più un thriller misterioso. Quando stavo scrivendo il film, il folklore delle Selkie  era praticamente l'ultimo pezzo del puzzle. The Seal Wife è nato dalla sceneggiatura del lungometraggio, in particolare, quando ho deciso di fare prima un cortometraggio per cercare di attirare l'attenzione sul lungometraggio. Quello che è iniziato come un semplice cortometraggio di cinque minuti alla fine è sbocciato nel film di 40 minuti che vediamo oggi. È stato meraviglioso ricercare tutte le storie di Selkie mentre sviluppavo il film e lavorare sullo speciale extra per poter girare il nostro film in luoghi specifici delle Ebridi Esterne, luoghi in cui era basata una versione popolare della storia. Girare in esterni con condizioni meteorologiche imprevedibili è stata una sfida, ma credo che abbia reso la storia più autentica e credibile.


5. Sappiamo che The Seal Wife è il primo di una serie. Ce ne saranno altri presto?

Lo speriamo davvero. Abbiamo una sceneggiatura ambientata 20 anni dopo gli eventi di The Seal Wife e un altro racconto ambientato 10 anni dopo. Il nostro prossimo progetto potrebbe essere un taglio esteso di The Seal Wife.

Ringraziamo Uisdean Murray per la sua disponibilità e ci diamo appuntamento a breve per parlare di altri film in rassegna al Sipontum Arthouse International Film Festival. Intanto vi lasciamo con le parole della giuria.

Il mare assume un ruolo narrativo molto forte che non toglie importanza o potenza agli attori o agli altri canali comunicativi...al contrario, li esalta in modo non didascalico e neppure scontato. (Anna Troiano)

Film ricco di fascino, di atmosfere e magia ispirato al folklore selkie( creature mitologiche che prendono la forma di foche ma che mutano la loro pelle per prendere forma umana) nel quale il mare assume un ruolo di primaria importanza, con i suoi paesaggi, le sue scogliere, fondendosi perfettamente nel tessuto narrativo. Intense e credibili le interpretazioni dei due attori protagonisti (Manuela Boccanera)

Mediometraggio molto ben fatto che attinge, per quanto riguarda la storia, nelle tradizioni delle isole del mare del nord ma che affonda le sue radici, molto probabilmente, nella cultura Inuit. C'è una bellissima fiaba Inuit che parla appunto di un pescatore, uomo solo, che chiede in sposa una foca. La fiaba è riportata nello stupendo libro della Pinkola Estes "donne che corrono coi lupi". Che è un saggio sulla natura insegnativa delle fiabe circa i percorsi dell'anima. Il film mantiene in filigrana questa caratteristica e secondo me la sua lettura assume ulteriore profondità a sfaccettature alla luce della fiaba. Il mare, i litorali e le scogliere selvagge delle isole nordiche sono a pieno titolo protagonisti del film. (Antonio Del Nobile)

 

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